LA
LEGGENDA DELLO STRUFFOLO
Quando
suonò il campanello, Pisolo si svegliò di soprassalto.
Chi
mai si permetteva di infrangere la quiete della loro casetta nel bosco,
in quei giorni di festa?
Eolo
sbuffò: “Sarà un altro di quei dannati venditori di enciclopedie a
rate. L’ultimo finì per comprarsi quella che avevamo in casa. A noi
non serviva affatto”.
Quel
bel tomo di Dotto, che leggeva in poltrona al lume di un fungo a forma
di abat-jour, sollevò lo sguardo con compiacimento, per abbassarlo
subito dopo con modestia.
Sulla
porta era comparso un esserino piccolo, ma piccolo, e grassottello. La
sua voce era una specie di pigolio.
“Aiutatemi,
vi prego! A Natale tutti dovrebbero essere più buoni, e io, non per
vantarmi, buono lo sono
davvero. Invece la gente proprio in questi giorni con me diventa
cattivissima. Mi insegue, mi annusa, mi palpa. Per
favore, tenetemi qui con voi. E’ solo per qualche giorno: dopo
l’Epifania, nessuno mi guarderà più fino al prossimo Natale”.
“Dio
mio, come sei DOLCE! “ strillò Gongolo, dopo avergli stretto la mano,
e aver assaggiato il liquido ambrato che gli era rimasto sulle dita. “E’
che scappando sono caduto in un barattolo di miele. Speravo che questo
avrebbe scoraggiato i miei inseguitori, e invece no. Per fermarmi mi
hanno tirato dietro di tutto: pezzi di zucca, di arancia e di cedro
candito…..”
“Vedo,
vedo - lo interruppe Brontolo, di malagrazia. - Ce li hai tutti
appiccicati addosso, conficcati dentro tutto quel miele. Avresti bisogno
di un buon bagno, per tutti i diavoli!”
“Vero,
vero, vero” gridarono in coro, dal mare mieloso, i diavolilli
colorati.
“Be’,
che vogliamo fare ragazzi? Lo lasciamo entrare? Non vorrei avere dei
guai con Bianca”, disse Gongolo.
“Ma
no - intervenne Dotto. Fino a quel momento non aveva aperto bocca. - Vedrai che sarà contenta di averlo come ospite d’onore al pranzo di
Natale, questa….pasta d’uomo”.
“Grazie,
di cuore - fece l’esserino, abbassando il capo. Nell’atto
di inchinarsi sembrava ancora più rotondo. “Vi prometto che non vi
darò troppo fastidio…..in fondo si tratta di pochi giorni”.
“…..Troppo
pochi”, mormorò Dotto,
come soprapensiero.
“Cucciolo,
fa’ riscaldare un po’ d’olio nella padella…..è quasi ora di
cena.
E
tu fatti avanti, una buona volta! Devi essere di strutto: entra, dunque.
Questo Natale mangerai con noi: anzi, noi mangeremo con te. Sarai
l’ottavo nano. Ti chiameremo….sì, ti chiameremo Struffolo”.
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